OMISOKA
Omisoka significa "ultimo dell'anno" infatti oggi e' il 31
dicembre 2005.
A quanto pare sto ancora vivendo con il fuso orario
italiano sfasato di qualche ora, l'unica cosa e' che quando
sono in Italia vivo con il fuso orario di un'altro paese
che non ho ancora identificato.
Ma non e' importante, in Italia vado a dormire alle 4 del
mattino pensando di essere in fase con gli abitanti delle
bermuda e a Tokyo vado a dormire alle 4 del mattino
pensando che sia colpa del Jet Leg...molto probabilmente
vivo costantemente in Jet Lag.
Marco mi chiede se voglio fare la doccia...mi viene da
piangere ma poi penso che sia giunto il momento di
temprarmi...entro nel cubo della morte con acqua calda e mi
accovaccio...li' capisco tutto.
I giapponesi sono un popolo accovacciato, fanno tutto da
accovacciati, vedi il gabinetto e capisci che fai tutto da
accovacciato, vedi i tavolini alti 15 centimetri e capisci
che devi mangiare e lavorare da accovacciato, la mattina
devi farti una doccia e capisci che l'unico modo per non
morire assiderato e' accovacciarti...
Accovacciato in translation.
Capisco anche perche' in Giappone c'e' la
piu' alta percentuale di suicidi...e di emorroidi.
Marco mi prepara un beverone lassativo, gia' di mio non
sono un gran "andatore di corpo", quando viaggio disabilito
l'opzione e dopo 4 giorni comincio a preoccuparmi.
Marco minaccia una terapia di clisteri insegnatagli da non
so chi, decido di parlare direttamente al mio intestino e
pregarlo di non dovermi sottoporre a tale trattamento.
Quello stesso giorno, alle 3 di notte, avrei sbloccato la
situazione...ma per tutto il giorno avrei avuto in
sovrimpressione l'immagine di Marco con il clistere in mano
da introporre al mio sfintere.
Prendiamo la moto, la temperatura e' spietata, non lascia
margini di tolleranza, e' la morte fatta di mille lame di
katane Hanzo che non appena scoprono una parte della tua
pelle esposta non esitano ad avventarcisi sopra con la
furia dei mille pugni della scuola di Hokuto.
Ma a quanto pare sono l'unico ad esserne preso di mira.
Mi vesto con 2 giubbotti, sciarpa, berretta (mai portata in
vita mia se non a 6 anni costretto da mia madre) guanti di
lana, guanti di kevlar, doppi calzini, casco e occhiali
strani che Marco mi ha procurato...mi mancano solo
un'alabarda spaziale e due paia di corna gialle ai lati
della testa.
Evito accuratamente ogni superficie riflettente per non
dovermi guardare, sono un misto tra l'osceno e il demente e
so bene che passero' inosservato.
Stop ad una sorta di supermercato dove Marco deve spedire
il secondo blocco di cartoline di auguri, l'altro giorno ne
aveva spedito un altro, quando dico blocco voglio intendere
una quantita' indefinita di cartoline scritte a mano, una
ad una, un numero tale di cartoline che io non riusciro'
mai a scrivere/spedire in tutta la mia vita, mai.
Aspetto fuori.
Noto che sono l'unico che sembra in procinto di essere
imbarcato su di uno shuttle, passano persone vestite come
fosse primavera, passano ragazzi in scooter in
ciabbatte, alcuni in
canottiera...Marco l'altro giorno mi ha detto che
i nipponici hanno il problema della pelle grassa, che sia
una sorta di effetto grasso di foca?
Arriviamo al Tempio di Kandamyojin a Ochanomizu, buddista
shintoista, fatto di piccoli riti, il primo dei quali e'
lavarsi le mani usando l'acqua che fuoriesce dalla bocca di
un drago di bronzo usando un apposito mestolino mestolino.
Le mie mani, quelle che una volta sentivo e che ora
sembrano fatte di ghiaccio, mi tolgo i quattro guanti
pensando che e' anche un bel rito, pensando che magari era
acqua calda o perlomeno tiepida.
Scodellino, acqua, mano sinistra.
Ora non ho piu' una mano sinistra e mi si pone il problema
di come tenere lo scodellino per bagnare la mano destra.
Segue un rito propiziatorio per l'anno nuovo dove si compie
un otto entrando ed uscendo da un cerchio di corde messo in
verticale, un saluto al Buddha presente e un giro per le
bancarelle che si stanno allestendo per la serata, polpi in
svariate forme e colori, altri spiedini di indefinita
natura e dei bamboccini dal nome DARUMA, ai quali devi
prima disegnare un occhio esprimendo un desiderio, poi, una
volta avveratosi, puoi disegnargli anche l'altro.
E' tutto un gioco.
Uscendo dal corridoio delle bancarelle, prendiamo un
bicchiere di AMAZAKE, fatto con rimanenze di sake' e riso,
ma che non ha niente a che vedere con il sapore del sake',
e' dolciastro e buonissimo, soprattutto CALDO.
Attraversiamo la strada ed entriamo in quella che si puo'
definire la "Boutique del suono", siamo a pochi passi dal
fulcro di Akihabara, la mecca dei gadget e
dell'elettronica.
Qui tralascio la descrizione di cosa ho visto, impianti
stereo valvolari dai prezzi allucinanti, piatti in
kriptonite e casse acustiche alte 2 metri con coni dal
diametro di 1,5 metri che fanno sembrare quello dell'inizio
di Ritorno al Futuro un auricolare.
I prezzi oscillano dai 17.000 euro ai 25.000 euro,
decisamente fuori dalla mia portata.
Venghino siori e siore, venghino sulla giostra, entrino ad
AKIHABARA, lor signori.
Rimando alle foto per il tipo di panoramica che mi si e'
svolta davanti, ogni tanto controllavo di non essere seduto
su di un cavallo in vetroresina ondeggiante.
Prendiamo un po' di ingredienti tipo musichette, voci,
richiami, colori, lampeggiamenti, neon, disegni,
gigantografie, palazzi da 50 piani senza neanche un mattone
o un pezzo di intonaco in vista e centrifughiamo per 3 o 4
ore.
Prendiamo la caraffa e versiamo il tutto nel nostro
cervello.
LAOX: 7 piani di palazzo, ogni piano una
tipologia di prodotto: pupazzetti, gadget, supereroi,
costumi da cosplay, magliette, giochi, tutto "manga
oriented"...il delirio.
In quei momenti c'e' troppo, non sai da che parte guardare,
vedi una cosa, quando stai per prenderla pensando di
comprarla la rimetti a posto perche' t'e' caduto lo sguardo
su qualcos'altro che forse merita di
piu'...ripetiamo la procedura ad ogni passo.
I risultati possono essere solo 2, o il giapponese alla
cassa cerca di farti capire che hai sforato il limite
massimo di tutta la tua vita della carta di credito oppure
non compri niente.
Io ho comprato:
1 maglietta a maniche corte con grafica delle tute di STAR
BLAZER
1 ultraman classic e 2 mostri nemici di ultraman da
abbinargli sulla scrivania
1 personaggio non ben definito ma stiloso
1 set di portachiavi peluoches della ghibli tratto da
TOTORO (per Yukiko)
1 set di bambocci in plastica comprendente totoro che urla,
totarino e bambina che urla anch'essa.
e basta.
Un piano era dedicato solo ed esclusivamente ai personaggi
femminili dei cartoni animati in pose un po' erotiche,
c'erano tutte, anche la sorella di Actarus di Goldrake dal
nome Maria Fleed.
In una zona del piano "donnine manga" c'erano anche delle
bambole grandezza naturale stile manga, ovviamente, che
prezzavano sui 2800 euro l'una in base alla customizzazione
dell'acquirente.
C'era un catalogo dal quale poter scegliere il colore dei
capelli, la tipologia di viso, il tipo di giunture..tutto.
Usciamo, non faccio in tempo a finire di pensare a quello
store che mi si para innanzi un colosso interminabile, un
department store gigantesco, ma se dico gigantesco non
rendo bene l'idea, tipo che ogni piano erano dai 2 ai 3
media world messi insieme, ora, impiliamone 8, uno per ogni
piano e siamo allo Yodobashi camera:
paura!
No, non sto a descriverlo, c'e' tutto e io non trovo
niente, e' sempre cosi', se c'e' poco trovo qualcosa, se
c'e' tutto non trovo niente e finisco col comprare qualcosa
del quale neanche avevo bisogno, perche' non puoi uscire da
un posto del genere senza uno scontrino.
2 set di carta di riso per pulire le lenti degli obiettivi
della KODAK
1 bottiglietta di liquido detergente per lenti
ma quel che e' piu' importante di tutto, 1 scontrino dello
Yodobashi camera.
Che ore sono? le 21:00 circa, mezz'ora piu' mezz'ora
meno...pausa al Moko Caffe', chiacchiere sul mondo della
fotografia digitale com Marco che mi fa vedere che la sua
Canon 20D ha la funzione BIANCO E NERO con addirittura i
filtri (rosso, giallo, blu e verde digitali)mi perdo in
mille foto prova e decido che la mia Nikon D70 in confronto
e' una merda, ma non posso cambiare tutte le ottiche nikon
per passare a Canon, il giorno dopo avrei visto una Nikon
D200 e scoperto che aveva anche lei la modalita' bianco e
nero...ok, go D200.
Relax...chiacchiere...relax.
Un omino con scopa ci avverte che stanno per chiudere,
giustamente devono andare al Tempio per festeggiare il
capodanno...ci alziamo e il tipo comincia a chiacchierare
con Marco, capisco solo "D20" e "canon eos 1D", deduco che
il tipo abbia una "Canon eos 1D", Marco avrebbe poi
confermato il tutto.
Li guardo parlare e annuisco di tanto in tanto, penso "io
sono nikonista...ma non ho la funzione bianco e nero,
bastardi".
In moto fino a ODAIBA, "Akira mode on" passiamo sotto al
RAINBOW BRIDGE (rainbow perche' era sembrava che uscisse
dal cartone animato di Iridella e i magicolori) pero' dico
"cazzo ma questi hanno copiato il ponte di Brooklin!" Marco
se la ride e mi dice di aspettare, temo il peggio...e il
peggio arriva peggiore di quanto potessi immaginare.
Mi trovo di fronte la Statua della liberta' in proporzione
1:Nano da giardino (alta tipo 15 metri) uguale identica,
penso anche che Godzilla sia uno sfigato perche' tira
sempre giu' la torre di tokyo (della quale parlero' poi) e
mai sta merda di taroccata della statua della
liberta' da giardino.
Evacuiamo la zona, e facciamo una passeggiata a Water Front
City un luna park al coperto indicato da una fila infinita
di persone.
22:15 torniamo alla moto e andiamo in direzione
Tokyo Tower.
Allora, io da lontano avevo sempre visto solo la punta,
bella si', ma da piccolo quando vedevo Godzilla non ci
facevo molto caso, io guardavo Godzilla, non la torre, ora
sono alla base della torre e la vedo bene tutta intera e
penso "cazzo ma questi hanno copiato la tour Eiffel!"
Solo che sono stati ancora piu' fessi e sotto ci hanno
messo una costruzione cubica oscena che spezza tutto il
dinamismo dell'architettura e ti costringe a mandarli
affanculo.
Vabbe', qua e' la patria del colore, quindi l'hanno
colorata tutta di arancione e illuminata bene, l'ha
illuminata una tipa "light designer", brava, dal nome
Motoko Ishii, la stessa che ha
illuminato il ponte di Iridella che dicevo prima.
C'e' un tot di gente che sale con l'ascensore...tranne me.
C'e' un tot di gente che urla e schiamazza...tranne me.
C'e' un tot di gente che va in giro con un palloncino pieno
d'elio fatto di amido di mais (biodegradabile) con appeso
un biglietto...tranne me, ovviamente e immagino che, stando
a quel che ho capito dei giocosi e stilosi giapponesi, sia
un palloncino da lasciare andare a mezzanotte con appeso un
desiderio per il nuovo anno, penso, suppongo, non vedo
alternative.
Ci dirigiamo verso il tempio Jozoji, altro
tempio buddista (qua va il buddismo come da noi va il
cattolicesimo), qui la quantita' di palloncini e'
imbarazzante e mi vedrei quasi costretto a comprarne uno,
se solo mi dessero lo scontrino.
C'e' un palco davanti al quale spicca un timer che
scandisce gli ultimi minuti del 2005 (per me anno di merda
e al contempo anno di cioccolato, quindi non saprei proprio
farne un bilancio, diciamo che se mangi merda e l'ultimo
pezzo ha il sapore del cioccolalto, non ti va poi cosi'
male, ma preferisco archiviare il 2005 nella sezione MERDA
e tenere l'ultima parte per la sessione del 2006, ma sto
uscendo dal seminato, torniamo alla cerimonia), ci sono 2
presentatori, lei ha sempre il tono di Sandra Milo ma parla
in giapponese e quindi mi piace, lui e' serio ed elenca la
serie di catastrofi che hanno imperversato in questo 2005,
sono solidale e non vedo l'ora di vedere il 5 diventare un
6 sul display della Torre Di Tokyo, in realta' preferirei
veder arrivare Godzilla che spacca tutto e fa tabula rasa
del 2005, ma mi accontento dello spettacolo regalato dai
mille palloncini lasciati andare a mezzanotte dai presenti,
con allegato il bigliettino con il desiderio per il 2006.
Comincia la cerimonia dei 108 colpi alla campana, 4 persone
per volte si alternano per battere un colpo, a giudicare
dal tempo che passa mediamente tra un colpo e l'altro,
forse per l'ultima notte del 2006 ce l'avranno fatta.
Con Marco facciamo la fila per fare
azuhatsumode, significa la prima preghiera
dell'anno, dai 100 yen e ti passano un fascio di incensi da
mettere in un coso che e' pieno di fasci di incenso messi
dall'altra gente, vai li', pianti il tuo e prima di morire
asfissiato esprimi un desiderio o un proposito o quello che
vuoi e con la mano ti porti il fumo nella zona relativa, in
sostanza se vuoi fare bene nel lavoro, ti porti il fumo
alla testa, se vuoi l'amore lo porti al cuore e cosi' via.
Peccato che io l'abbia saputo dopo e abbia scimmiottato
piuttosto malamente il gesto che vedevo fare, se mi va bene
divento pelato entro dicembre.
Mi giro, Marco mi scatta una foto post-rito e facciamo la
fila per il Joye-no-kane, campanone da suonare usando una
corda.
100 yen... SBEM con corda... desiderio
Telefonata intima di buon anno con cellulare di Marco e
via, in moto fino a shinjiuku ni-chobe la
mecca dei gay giapponesi e non, Marco mi assicura che siamo
li' solo perche' e' vicino ad un tempio dal nome
HANAZONO JINJA, altro giro, altro regalo,
altro 100yen, altro biglietto con pronostico per il 2006.
Dalle espressioni dei nipponici presenti capisco che
prendono la cosa piuttosto seriamente, comincio ad essere
nervoso, apro il mio e ovviamente non ci capisco una mazza
essendo tutto scritto in giapponese, lo giro sperando che
ci sia la traduzione in inglese come nei "biscottini della
foltuna" del ristorante cinese, cosi' non e'.
Marco sentenzia "fortunato", il pronostico e' positivo e io
mando affanculo ancora una volta il 2005.
Moto e caffe' piu' riscaldamento ossa da Starbucks.
Tutti a casa, giro di telefonate con Skype agli amici
vantandosi di essere un anno avanti rispetto a loro, auguri
di rito e via, dentro al FUTON, pronti a chiudere gli
occhi, sono le 6:00 del mattino, penso "mortacci!" guardo
fuori, c'e' luce, chiudo gli occhi, li riapro chiedo:
"che ore sono?"
"e' mezzogiorno e mezzo"
"Ah, ma ho dormito?"
Non importa, ora e' il Primo giorno del
2006.