Jet Lag e
Legs Death
30.12.2005
La mattina Marco mi chiede: "vuoi fare la doccia?"
Io gia' immaginavo quanto fosse caldo il bagno, visto che
dove c'e' il gabinetto (separato dalla vasca da bagno) si
fanno i propri bisogni in compagnia dei pinguini.
Lui dice "vado prima io cosi' si scalda il bagno"
Io penso "forse sono salvo"
Poco dopo capisco che Marco ha una concezione dello
"scalda" piuttosto eufemistica.
"La doccia" consiste in una sorta di bacinella cubica con
"telefono doccia" e una spanna d'acqua sul fondo, quando
apri l'acqua da una sorta di rubinetto strambo esce il
primo getto ghiacciato come la morte seguito da un secondo
getto rovente come le fiamme dell'inferno e solo dopo che
sei morto esce l'acqua ad una temperatura decente.
Ho simpaticamente scoperto che se alitavo si vedeva il fumo
uscire dalla bocca.
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Sono fotograficamente demotivato, a Tokyo non basta la
fotografia per rendere l'atmosfera, servono i suoni,
l'animazione a 50 frame al secondo, anche i classici 25 non
basterebbero per dare un'idea della frenesia e del
bombardamento mediatico/propagandistico al quale si e'
sottoposti camminando per le vie dei vari centri.
Si, vari centri perche' Marco mi ha spiegato che Tokyo e'
nata dall'unione di diversi villaggi di contadini, quindi
non esiste un vero e proprio centro allontanandosi dal
quale sfumano i colori e i neon si diradano per lasciare
spazio a costruzioni cubiche, strade minuscole, biciclette
e alloggi popolari...cioe', si', una sorta di zona centrale
c'e', ma e' vastissima e composta da piu' zone centrali,
vabbe'.
Sono immune ai messaggi piu' o meno subliminali, non
capisco una parola di giapponese ma mi godo solo il LUNA
PARK nel quale sono volontariamente capitato.
E' una disneyland, questa e' la prima e costante
impressione.
Dagli store alle strade, tutto e' illustrato per bambini,
ma di bambini non ne vedo molti, a dire il vero.
I packaging mi imporrebbero di comprare tutto quello che mi
circonda, mi prometto di preparare almeno 2 o 3 scatoloni
da spedire in italia con dolcetti vari, svariate tipologie
di umeboshi, gadget, tutto.
Vorrei capire come poter fotografare "diversamente" questo
posto e capisco che e' praticamente impossibile, non c'e'
un "diversamente" e' come si vede, come e' stato ritratto
da chiunque, come si vede in Lost in Translation di Sophia
Coppola e in altri mille film girati qua.
Ci fermiamo a pranzare in un locale non definito, ramen con
verdure etc etc...
Marco ha acquistato 2 biglietti per un concerto ROCK/PUNK
di 3 gruppi, un paio emergenti e uno piuttosto consolidato,
io penso che il concerto cominci verso le 23:00, alle 17:00
mi dice "dobbiamo andare al concerto" e io "ma come? sono
le cinque del pomeriggio" e lui "beh, comincia alle 18:30,
qua i concerti cominciano a quest'ora perche' poi la gente
non riuscirebbe piu' ad andare a casa con i mezzi di
trasporto pubblici".
Arriviamo al locale e la folla all'ingresso mi demolisce
emotivamente.
Ma siamo a Tokyo, siamo in Giappone, devo resettare tutto.
Le persone sono composte, ognuna con il suo biglietto in
mano aspetta che chiamino, 10 alla volta, i numeri dei loro
biglietti per poter entrare compostamente.
Mentre aspettiamo ci facciamo un giro in un alimentare
proprio di fianco all'ingresso del locale... non so cosa mi
trattenga dal comprare tutto, forse il non capire quali
sono gli ingredienti.
Compro una bottiglia di te' verde giapponese dal packaging
capolavoro simil bambu' (imbevibile) e un sacchetto di
sweet potato esiccate.
Entriamo
I tre gruppi sono:
MURAMASA
Band di teenager pseudo ska, con 3 fiati, cantante che
sembra uscita da un cartone animato di ultima generazione e
altri elementi che fanno coreografia.
JET KI
Dalle magliette che vedo in giro penso siano una band
veramente incazzata, fascie da braccio simil nazi rosse con
scritta nera e bianca "JET KI", mi si propongono tutti
vestiti uguali con cravatte non esattamente sincronizzate
con il resto dell'abbigliamento simil-dittatoriale.
Il cantante sembra posseduto da 10 samurai, canta modulando
la voce con un effetto simile al "flanger" dei programmi
per editing audio.
A meta' show si esibisce in un intrattenimento che, a
giudicare dal feedback del pubblico, erano
esilaranti...ovviamente l'unico che non rideva ero io.
Pero' ridevo di altre cose.
Notevolissimi, anche se non condivido acusticamente il loro
messaggio, mi piacciono, alla fine risulteranno i migliori,
nonostante il vero gruppo di punta siano i
JAPAHARI NET
Ricordo solo il batterista che sembrava uscito da Dragon
Ball, petto nudo, fisico notevole, capelli costantemente
risucchiati verso l'altro... il piu' carismatico di tutti,
il vero leader del gruppo.
Il cantante sfoggiava una banana alla Elvis che mi ha
subito infastidito, impeccabile, si', ma vaffanculo la
banana.
Finalmente finiscono la loro parte.
Escono.
Io penso "ok, e' finita la prima parte, faranno la solita
scena dell'uscita aspettando che la gente li chiami per poi
rientrare ipocritamente".
No, se ne sono proprio andati, una voce annuncia "lo show
e' finito, andate a casa".
Di fronte a me c'era un elemento particolarissimo, un
ragazzo dinoccoluto, secchissimo, faccia da sfigato di
prima categoria rinominato subito "PIPPO" dal mio amico
Marco perche' veramente somigliante ad un nostro (ex) amico
di nome Pippo.
Ebbene, l'elemento era piuttosto alabardato, braccialetti,
maglietta del suo gruppo preferito dei 3 presenti, e per
ben 25 minuti e' stato pervaso dalla frenesia del sistemare
la fascetta reggi occhiali.
Io mi chiedevo "ma che cazzo devi sistemare? manco dovessi
metterti a pogare"...come al solito ero pateticamente in
errore.
Non appena e' cominciata la musica ho capito perche' ci
teneva cosi' tanto a sistemare il reggi occhiali ben
stretto: un tarantolato.
Non ha smesso per un secondo di saltare, fare gesti con le
braccia, muoversi al tempo...il vero spettacolo della
serata, se suonassi in un gruppo lo prenderei per farne un
videclip di un mio pezzo, lui di spalle che balla su uno
sfondo tinta unica che cambia colore.
Stiloso, perfettamente sincronizzato (l'unico) non appena
finiva un pezzo si bloccava e abbassava lo sguardo, non
parlava con nessuno, era li' da solo...era il mio eroe.
Usciamo, sono le 21:30.
Un'ultima passeggiata per SHIBUYA un caffe' al SEGAFREDO e
ci dirigiamo verso lo scooter prendendo un paio di metro.
Ci fermiamo ad un grande magazzino che vende di tutto,
dalle mutande agli alimentari, da pigiami travestimento
assurdi (che comprero') a pesce secco inguardabile.
Compro cazzate poco costose, souvenir tipo bambocci di
cartoni animati per sedare la brama degli amici che mi
hanno pressato pre-partenza dicendo "vai in giappone?
portami qualcosa!!!" si, che cazzo ti porto? c'e' di tutto.
Quindi chi ha detto questa frase sappia che non avra'
niente, chi e' stato preciso avra'.
Torniamo a casa, il viaggio in moto e' come al solito
traumatico, Marco viaggia sui 120Km/h con ZERO gradi di
temperatura.
Ma 'sto giro ho il mio bel passamontagna/berretta, me ne
sbatto...spero solo di non sbattere le gambe da qualche
parte, finirebbero in mille pezzi, sono 2 blocchi di
ghiaccio.
Un'altra giornata e' andata...sono le 01:00 circa...non ho
sonno ma sono demolito, fottuto Jet Lag.