TAMANA, hai mica visto Miyazaki?
03.08.2006
Il treno "normale" ferma a Tamana, lo shinkansen no, questo perche' Tamana e' una citta' piccolina che conta piu' saune che abitanti.
Mentre il treno rallenta per fermarsi alla stazione, osservo la strada statale che costeggia la ferrovia, le macchine sembrano procedere su di un rullo, tutte alla stessa velocita' costante (50Km/h) e tutte alla stessa distanza, rigorosamente di sicurezza.
Quando arrivano ad un incrocio o ad un semaforo, si fermano TUTTE ad una certa distanza l'una dall'altra, in ordine, composte, se e' vero che la realta' supera la fantasia, questa realta' sembra puramente fantastica.
Si capisce subito che Tamana e' una piccola cittadina, le case sono quelle tipiche giapponesi un po' di periferia, in miniatura, cubiche o composte da moduli cubici non piu' grandi di 2 metri per lato, molte sono piastrellate, il che fa sembrare le case delle miniature e mi ricordano troppo quelle dei vari film di Godzilla o Megaloman, quelle che quando le vedevi, anche se avevi 3 anni, pensavi "ahah, bello il modellino delle case finte", vedendo queste case capisco che i tipi si erano fatti un mazzo cosi' e che quelle citta', che sembravano fintissime, in realta' erano ESTREMAMENTE REALISTICHE.
Chi ha visto TOTORO riconoscera' in questa citta' quella ritratta da Miyazaki, anche se non credo sia la stessa.

Scendiamo, classica fonata di caldo torrido che ti fa squagliare in mille gocce di sudore, alla stazione che ci aspetta c'e' Satoko.
Su Satoko potrei scrivere un capitolo, Satoko e' una di quei pochissimi esemplari di ragazza che io conosca che mette un limite alla mia misoginia.
Ho conosciuto Satoko in un momento un po' "particolare" l'anno scorso, intelligentissima, simpatica, capisce il sarcasmo pur essendo giapponese (e per giunta donna), talentuosa, gentilissima (infatti uno dei significati del suo nome e' "ragazza gentile") e sensibilissima.
No, non la voglio sposare, ma mettiamoci anche che e' mooolto carina (ma io non faccio testo, avendo un debole per l'estetica femminile giapponese).
Satoko mi ha fatto capire, nel momento in cui mi trovavo di fronte ad un bivio nel quale scegliere se diventare serial killer o resettare tutto, che se in un cesto c'e' una mela marcia, non e' detto che lo siano anche tutte le altre e cosi' non sono in un penitenziario a ricevere sacchi di corrispondenza da ammiratrici ammaliate dalle mie gesta omicida.
Satoko, infine, mi ha fatto conoscere Yukiko...e con questo direi che ho detto tutto.
Si, Satoko e' sicuramente uno dei personaggi chiave nella storia della mia esistenza.
A sua volta, Satoko me l'hanno fatta conoscere Luca e Arianna di KOKOMOSAICO e infatti poi gli ho fatto il sito gratis.

Bene, fatto il monumento a Satoko, passo a raccontare il fatto.
Arriviamo e c'e' Satoko (avro' scritto Satoko 40 volte in 20 righe) che ci aspetta, non ci si vedeva dal 4 aprile circa, da novembre in poi era stato un periodo nel quale tutti e due abitavamo al "bed and breakfast" CAPANNETTI.
il 4 aprile lei e' tornata in Giappone, dopo aver passato quasi 1 anno in Italia a studiare mosaico e italiano.
Satop (nomignolo di Satoko) ha preso la patente da poche settimane, da li' capisco il perche' di un simpatico e stilosissimo "arazzo" attaccato al retro della macchina e internamente sul parabrezza.
Alla faccia della squallidissima P (che si presta a numerosi epiteti tipo "patacca", "poveretto", "putta.." etc etc) che usiamo noi in Italia, in Giappone, siccome fanno tutto con stile, usano questo tipo di segnale, per 1 anno il neopatentato dovra' esporlo sulla sua vettura (vedi foto).
Sulla via di casa sua, sento dire "sauna" e chiedo delucidazioni, in sostanza a Tamana c'e' una delle migliori saune/bagni giapponesi, e' deciso che, appena appoggiate le valigie, andremo a rinfrancare le nostre stanche membra in quella sauna.
Prima, pero', ci saranno le presentazioni alla famiglia Araki (la famiglia di Satop).
Padre, madre, nonno, nonna e zio che vive con la famiglia (tutti da parte di padre).
Li' per li' chiedo "ma ovviamente e' una sauna separata, i maschi da una parte e le femmine da un'altra" e ovviamente e' vero, prevedo una saunata in solitudine quando mi informano che no, non saro' da solo, ci sara' anche il padre di Satoko.
Allora, capiamoci, tu arrivi a casa di una tua amica giapponese, quindi oltre all'imbarazzo delle presentazioni formali c'e' anche un po' di imbarazzo dato da culture sostanzialmente diverse, a questo aggiungi una certa timidezza, fatto questo mescola il tutto con un bel "evvai, tutti nudi!!".
Non ho parole, non so come sia il padre di Satoko, credo/spero una persona tranquilla, ma a parte questo, non sono uno di quelli che vanno in giro nudi tranquillamente, sara' un limite, ma se non sono in confidenza con qualcuno, mettermi nudo mi causa qualche problematica, a meno che non siano TUTTI gia' nudi e non conosca nessuno dei presenti (come era successo questo inverno alla sauna con Marcosan).

Ma ormai i giochi sono fatti: sauna nudi.

Arriviamo a casa di Satop, si capisce subito che, qualsiasi lavoro faccia il padre, e' sicuramente un lavoro richiesto e gli affari vanno piu' che bene.
Satoko digita un codice su di un tastierino numerico e, tra suoni piu' o meno digitali, si apre la porta d'ingresso.
La casa e' enorme e sembra un insieme di piu' case.
Prima salutiamo la madre di Satop, che era stata in Italia gia' questo inverno, per poi conoscere i nonni che hanno superato da un po' gli 80 anni ma non sembra.
Il nonno frequenta un corso di danza hawaiana, unico maschio che frequenta il corso e per giunta ultra ottantenne... il che fa di lui un eroe ai miei occhi.
Arriva il padre di Satop "quello che mi vedra' nudo" e ci dirigiamo verso la sauna.
La macchina del padre e' una TOYOTA ultimo modello.
All'interno uno schermo touch screen con GPS mi stupisce per la varieta' di informazioni, il padre impartisce ordini in giapponese alla macchina, la quale ripete esattamente quello che dice con voce femminile affabile ed esegue.
Arriviamo al parcheggio e, dove prima c'era la schermata del GPS, c'e' la veduta grandandolare del retro della macchina, con tanto di linee d'ingombro della vettura che variano in base al grado di sterzatura del volante.
La vocina parla dicendo qualcosa come "attenzione di qua, attenzione di la'".
Il top dei top lo raggiungeremo quando il padre chiedera' alla macchina "come stai?" e la macchina rispondera' "cosi' cosi', non c'e' male" declinando la conversazione sulle condizioni atmosferiche del momento e lamentando un certo caldo.
Devo aggiungere altro?
Aggiungo che la macchina funzionava TUTTA senza chiavi.
Il padre di Satoko, non pago del mio stupore fino a quel momento, una volta giunti al parcheggio della sauna e scesi, si allontana dalla macchina dicendo a Satoko di provare ad aprirla.
La macchina non si apre.
A quel punto si avvicina lui e la macchina si apre.
Il suo orgoglio e' tangibile.
All'interno un bottone con scritto ENGINE START/STOP faceva il resto.
Non lo so, pero' mi e' subito venuto in mente quante volte ho pensato, smadonnando cercando di aprire la porta di casa con la chiave o trascinandomi dietro mazzi di chiavi enormi, quanto cazzo fossimo ancora nella preistoria dovendo usare CHIAVI per aprire le porte.
Una chiave per tutto, ancora, nel 2006, fanculo, nel 2006 dovevamo avere delle macchine volanti, dovevamo andare in vacanza nello spazio, gia' nel 1999 ci siamo lisciati New York come citta'/penitenziario, se continua cosi', sono sicuro che nel 2010 non avverra' nessun contatto e io continuero' a trascinarmi dietro pesantissimi mazzi di chiavi.
Comunque sia, deve pensarla come me anche il padre di Satoko, solo che lui ha smesso di smadonnare da un bel po'.
Non oso chiedergli dove vada in vacanza.

Sauna.
Sono le 18:00 circa ed eccoci li', nello spogliatoio, dopo aver salutato Satoko e Yukiko, appena entro mi passano davanti un paio di giapponesi nudi "cominciamo bene...", prendiamo 2 armadietti contigui, io temporeggio un attimo facendo finta di andare a vedere qualcosa, penso "magari quando torno s'e' snudato prima lui" ma ovviamente non succede, e' seduto che mi aspetta.
Penso, ok, tranquillo, massima scioltezza, non ho niente da invidiare ai giapponesi (per certi aspetti), a parte che mi sento Fantozzi in mezzo a una miriade di Bruce Lee (nonostante fosse cinese e non giapponese), non sono grasso, non sono neanche magro, diciamo normale, sono poco sotto il mio peso forma, stando ad un test che mi ha fece Giorgio nella sua palestra, ma i giapponesi sono nel 90% dei casi asciuttissimi.
Asciuttissimi e senza un pelo.
A questo punto faccio come feci una volta per un'interrogazione di inglese, non sapevo assolutamente NIENTE, l'unica cosa che sapevo era che c'era 1 possibilita' su 2 che mi chiamasse interrogato, alche' il colpo di genio, alzo la mano e mi offro volontario, la prof rimane allibita, mai in vita sua si era trovata di fronte ad un volontario, questa cosa la predispone positivamente, i miei compagni, mossi da ammirazione/stupore, danno il meglio nell'arte del suggerimento, io scopro di udire frequenze simili a quelle udibili dai soli pipistrelli, e' un tripudio di recitazione misto intrattenimento, la prof e' estasiata da cotanta sicurezza e preparazione, un solo numero nei titoli di coda: 8.
Cosi', anche questa volta gioco d'anticipo, Flash sarebbe stato ancora li' a sfilarsi i calzini che io sono gia' in posizione che guardo le vasche vestito del solo straccetto da sauna, troppo stretto e troppo corto.
Non so che voto mi abbia dato il padre di Satoko, ma di li' a poco si sarebbe vendicato.
Un bel bagno purificatore per lavare via la serie di sudate della giornata e dentro nella vasca a 40 gradi.
Seguo il padre nelle varie fasi in maniera a dir poco autistica sembro Dustin Hoffman con Tom Cruise.
Passiamo alla sauna secca, in inglese mi dice "resisti finche' puoi, quando non ce la fai piu', esci pure".
Entriamo, ad aspettarci ci sono 80 gradi circa, secchissimi.
Guardo l'orologio che segna il terzo minuto di 12 totali per completare il giro, ci sono 2 schermi televisivi sintonizzati su due canali diversi, in uno stanno dando delle notizie flash, spiaggia nipponica, pare che ci sia un giapponese che si diverte a piantare chiodi da 15cm in assi di legno spesse 1 centimetro, per poi sotterrare il manufatto nella sabbia, sperando che qualcuno lo calpesti.
Seguono altre notizie e, non capisco il perche', mi sembrano tutte notizie un po' alla "leggenda urbana", penso al terrorismo mediatico dei nostri telegiornali in Italia, dove qualsiasi cosa succeda non e' successa, e' TRAGICAMENTE CAPITATA , se piove DILUVIA, se non piove e' SICCITA', se fa caldo si vedono scene di ghiacci polari che si disciolgono, se fa freddo c'e' talmente freddo che stanno morendo congelati anche i pinguini.
Se arriva l'inverno il raffreddore e' a causa di un nuovo virus mutato dal culo delle scimmie e forse questa volta la specie umana e' a repentaglio: MO MAGARI!
Ma andate affanculo tutti, telegiornali e giornalisti, no, non me lo faccio il vaccino del cazzo, preferisco morire mutato in culo di scimmia per non avervi creduto che farmi venire chissa' checcazzo a causa del vostro sponsorizzato vaccino.

Mi sono fatto prendere la mano, intanto siamo arrivati al nono minuto di sauna e i due schermi mi sembrano magicamente uno solo.
Al decimo minuto, boccheggiando, mi alzo sentenziando "esco" in un lago di sudore.

Esce anche il padre di Satoko che mi dirige verso la vasca di fronte alla sauna secca.
C'e' un display sul muro (come per tutte le altre vasche) che indica 16 gradi come temperatura dell'acqua.
Fase 1: rovesciarsi addosso con un pentolino l'acqua presa da questa vasca.
Fase 2: entrare nella vasca.
Fase 3: immergervisi completamente e ivi sostare per tot minuti.
Questo non l'avevo MAI fatto, non avevo osato tanto alla sauna con Marcosan questo inverno, mi ero limitato a fare il galletto rovesciandomi addosso qualche pentolata di acqua TIEPIDA.
Qui non ho scampo, il padre di Satop e' alla fine della fase 1 e mi esorta a fare altrettanto.
Io accetto il mio destino.
Fase 1: lo sguardo mi si fissa al miglio, e una sensazione come di... come diiii... come di piangere
Fase 2: perdo completamente la cognizione dell'apparato motorio, non voglio e soprattutto NON RIESCO a piegare le gambe per immergermi in questo sbalzo di -64 gradi nella fase 3.
Guardo il padre di Satop, gia' abbondantemente nel completamento della fase 3 e dico "it's ok", beh, ne ho dette di cazzate in vita mia, ma questa volta e' la piu' grossa di tutte.
Il padre di Satop mi fissa negli occhi, sorridente, emerge il pugno dall'acqua polare con il pollice alzato, ruota la mano di 180 gradi e, abbassandolo drasticamente, mi intima un "GO" con il pollice verso (che fa perfettamente al caso).
Fase 3: bisbiglio freneticamente qualcosa che sinceramente neanche io capisco, il mio cervello cerca una via di fuga da tutto cio', ma non c'e', allora comincio a muovere spasmodicamente le braccia in micromovimenti per non dare troppo nell'occhio, provando ad autoriscaldarmi, ma non funziona per niente, visto che continuo a congelare e tutte e 5 le persone che sono li' cominciano a guardarmi sor-ridendo...l'agonia va avanti, ad un certo punto mi sembra che si stiano registrano bruschi cambiamenti di forza nel campo magnetico terrestre, i quali mi causano perdita di equilibrio e confusione mentale, decido che c'e' un limite a tutto e questa volta l'ho raggiunto, vado verso la scaletta che mi portera' alla salvezza.
Mai nella vita e' stato cosi' difficile salire 4 gradini.
Al posto delle gambe mi si presentano all'appello due tronchi di legno, mogano, per l'esattezza, rigidi come la morte, cerco perlomeno di fletterle quel poco che mi basta per uscire da li'.
Anche questa volta, non so come, ce la faccio a non morire.

Il resto e' nulla in confronto e neanche merita di essere raccontato.
Usciamo dalla sauna, sono quasi le 19:30 ora di incontro nell'atrio con Yukiko e Satop, e' usanza bere un "frappe'" dopo la sauna per riaversi un po' e reidratarsi.
Padre va a prendere 2 specie di granite, una e' verde fluorescente e l'altra gialla fosforescente, mi chiede quale voglio e decido per la fosforescenza.
Ottima, un sapor cedro discretamente sintetizzato, la mia lingua manterra' la fosforescenza per i due giorni a seguire.

Usciamo e prima di andare a casa passiamo a vedere Tamana dall'altro + by night.
10 minuti di sorella di KIT di Supercar e siamo sulla collina di Tamana.
La veduta e' bellissima, saliamo su di una struttura che sembra progettata da Escher in persona, ovviamente dopo essere impazzito, poco piu' sotto un campo da baseball illuminato la cui peculiarita' e' che si stanno giocando 2 partite contemporaneamente, si sa', in giappone lo spazio manca, quindi in uno stadio da baseball ci fanno stare 2 campi diametralmente opposti.
Mi chiedo se ammazzare un giocatore dell'altra partita sia considerato HOME RUN, ma non avro' mai risposta.

Andiamo a casa a cenare e poi tutti a letto.
Domani Kumamoto Castle.